SOLITA MERDA ALL'ITALIOTA: LA CERTEZZA DEL
DIRITTO DISINTEGRATA DALL'ATTEGGIAMENTO MAFIOSO DI FININVEST CHE
MANTIENE LE BIG SUL DIGITALE TERRESTRE (SUO MONOPOLIO)
Calcio in tv: a Sky tutta la Serie A,
Mediaset si accontenta delle “big”
A Sky tutte le partite di
Serie A di cui 132 in esclusiva dal 2015. Mediaset continuerà a
trasmettere le 8 'big' sul digitale. L'accordo frutto di una lunga
trattativa: per mettere d'accordo tutti, la Lega Calcio rinuncia a
150 milioni

La guerra per i diritti tv della
Serie A nel triennio 2015-18 si
chiude ufficialmente alle 22.30 di giovedì 26, a un passo dalla
scadenza delle offerte. Non ci sono morti né
feriti, alla fine viene sostanzialmente rispettato lo status quo.
Bisognerà però prima passare dall’authority
perché il voto della Lega stabilisce che il pacchetto A (otto squadre più importanti,
sul satellitare) va Sky per 357 milioni
all’anno, il pacchetto B (offerta uguale
all’A ma sul digitale) è di Mediaset per 280
milioni e il pacchetto D (le restanti
partite, senza piattaforma di riferimento) è di Mediaset.
Ma la realtà è che in tv tutta la Serie A
sarà un’esclusiva Sky, mentre
Mediaset trasmetterà solo le partite delle big. È questo
il frutto dell’accordo tra le due emittenti al quale si è giunti al
termine di una trattativa estenuante e tesissima, iniziata subito
dopo l’apertura delle buste che avrebbe escluso Mediaset
dalla pacchetti ‘gold’.
Un passo indietro da parte di tutti:
evitata la guerra
Fatto sta che tutti hanno riposto l’ascia di guerra. Sky
rinuncia alle battaglie sul rispetto delle regole e al monopolio
(secondo Beretta la sua offerta per
trasmettere sul digitale “non era valida”), Mediaset
riesce ancora a essere presente negli stadi importanti della
Serie A a un prezzo salato (100 milioni in più,
ma meno partite) ma evidentemente inferiore a quello che avrebbe
pagato senza i diritti delle ‘big’. In club incasseranno
943 milioni all’anno, circa 150 in
meno di quanto avrebbero intascato assegnando le licenze
al miglior offerente spuntato dalle buste. Tutti d’accordo, tranne
la Fiorentina che si è astenuta. “Questa
soluzione tiene conto di una valorizzazione dei ricavi
e dell’interesse degli utenti e dei consumatori – dice il presidente
di Lega Maurizio Beretta – frutto di un
lavoro di approfondimento, anche legale”. La decisione arriva dopo
una serie di rinvii, minacce d’azioni legali e lunghe trattative
figli dell’imprevisto risultato dell’asta che vedeva vincente –
secondo il criterio del ‘vince chi offre di più’ – il colosso di
Murdoch sui due pacchetti più pregiati, quelli
che mettevano in palio l’esclusiva delle otto squadre più importanti
del campionato su satellite e digitale. A Mediaset
sarebbe così andata solo l’esclusiva delle squadre
minori, che valgono circa il 14 per cento dei
telespettatori. Un’offerta, quella di Cologno,
comunque vincolata all’assegnazione di uno dei due pacchetti
principali e quindi destinata a essere ritirata in caso di ‘prendo
tutto’ da parte di Sky. E così è iniziato
tutto.
L’apertura delle buste
All’apertura delle buste le offerte migliori per i pacchetti che
garantiscono l’esclusiva delle otto big del campionato sono di
Sky, sia per la trasmissione via
satellite che sul digitale.
Mediaset porterebbe a casa per 306
milioni di euro l’esclusiva per le 12
squadre con meno appeal (compresa però la
Roma). A Cologno scoppia il
panico: non avere la serie A tra il 2015 e
il 2018 sarebbe un grosso problema, anche perché nello stesso
triennio ha l’esclusiva della Champions League,
acquistata per 700 milioni di euro. Una cifra importante per i conti
del Biscione che si dice sia da tempo alla
ricerca di un player straniero per dividere la spesa e allargare il
mercato. Un affare possibile solo con la Serie A
in tasca. Da non perdere a tutti i costi.
Accuse, controaccuse e il parere legale
dell’avvocato di Berlusconi
Sky agita le acque temendo un colpo di coda e conoscendo il peso di Mediaset in Lega,
dove è presente il Milan di
Berlusconi e l’advisor per la vendita dei diritti è la Infront guidata da Marco
Bogarelli,
uomo da sempre considerato vicino alla
sfera Fininvest.
“La partita va giocata secondo le regole date. Siamo certi che non
cambieranno in corsa”, dice Ilaria D’Amico
in diretta prima di Italia-Costa Rica. “Le
regole non possono essere evocate per gli altri e disattese in
proprio. Sky è un giocatore e non può dire
all’arbitro come comportarsi”, rispondono da Mediaset.
In questo clima si arriva all’assemblea, lunedì 23. E il livello di
scontro si alza ancora perché il colosso di Murdoch
notifica una diffida al presidente della Lega Maurizio
Beretta, ribadendo i punti più delicati della gara: la
liceità dell’assegnazione dei pacchetti A (satellite)
e B (digitale) a un solo soggetto;
l’impossibilità per Mediaset di presentare
offerte condizionate per le partite delle squadre minori; i criteri
per l’annullamento della gara. La
Lega ascolta la relazione dell’avvocato
Giorgio De Nova, già legale di
Fininvest durante il Lodo Mondadori,
secondo cui i due lotti non possono andare allo stesso operatore e
le offerte condizionate sono ammesse. I presidenti prendono tempo,
ma s’intuisce che a favore della spartizione sono in tanti. Mediaset
risponde con una controdiffida nei confronti di Sky
per turbativa d’asta: “La loro diffida ha provocato la sospensione
dell’assemblea e non possono avere il monopolio su entrambe le
piattaforme”, dicono.
La trattativa, il momento d’impasse e la
firma sul ‘gong’. Poi l’annuncio
I presidenti decidono di mettere la palla nel campo dei contendenti.
I diritti vanno assegnati: le battaglie in tribunale non fanno bene
a nessuno. Sky e Mediaset
vengono invitate a parlarsi. E la situazione si sblocca solo nel
pomeriggio di giovedì 25, a poche ore dalla scadenza delle offerte
già posticipata da mezzogiorno a mezzanotte. Attorno alle 20 si vive
un nuovo momento d’impasse, ballano ancora dettagli economici. Ma
sono superati sul ‘gong’. Poi l’annuncio di Beretta.
L’assegnazione licenziata dall’assemblea, tuttavia, non rappresenta
quello che realmente avranno in mano le due televisioni. Si
scambieranno i diritti previo parere dell’autority, perché il
bando non prevedeva sub-licenze. Dall’accordo,
al momento, rimane fuori la Champions League.
Il prossimo anno sarà un’esclusiva Sky, le
tre edizioni successive saranno un’esclusiva Mediaset.
La realtà è che serve a entrambe. Ecco perché l’armistizio siglato
sui diritti tv della Serie A potrebbe
portare Cologno e Rogoredo
a parlarsi anche per l’Europa.
CHE COS'E' L'ISIS ? PERCHE' MINACCIA ANCORA PIU' GRAVEMENTE
IL COSI' DETTO MONDO OCCIDENTALE?? PERCHE' GLI USA COL CAPPELLO
IN MANO VERSO GLI AYATOLLAH IRANIANI??
RISPONDE MASSIMO FINI DI MOVIMENTO ZERO, L'ALA
COMUNITARISTA MEDIEVALISTA ITALIANA. Massimo Fini viene
accostato alla così detta destra terzoposizionista, in realtà è
un pensatore anti-occidentale ed anti-imperialista che ripropone
la società degli open field, dell'ereditarietà dei mestieri e
della compartimentalizzazione societaria.

Quello che sta
accadendo in Iraq, con questa avanzata irresistibile dell’Isis,
alias Stato islamico dell’Iraq e del Levante, è un fenomeno che
può cambiare la storia non solo di quella regione, ma anche
dell’Occidente, nel senso che qui non siamo più a una guerra
interna irachena tra
Sunniti e
Sciiti di cui non fregava niente a nessuno perché se
la vedevano tra di loro. Questi dell’Isis, in realtà, sono una
specie di internazionale del radicalismo islamico.
Ci sono i Sunniti (la parte occidentale
dell’Iraq), ma a questi si sono uniti gli islamici di altri
Paesi, dalla Siria alla Somalia. E tra l’altro ci sono anche
volontari europei. Ci sono 500 britannici, 300 francesi… Quindi
l’obiettivo dell’Isis non è semplicemente quello di conquistare
parte dell’Iraq, ma di muovere una guerra totale al mondo
occidentale. Non è più una questione interna all’Iraq.
Questa situazione è paradossale: che cosa avevano fatto gli
americani? Avevano creato questo governo fantoccio, come hanno
fatto in Afghanistan, e avevano finanziato un esercito (a sua
volta fantoccio). Infatti, di fronte all’avanzata dell’Isis
si è immediatamente liquefatto, non opponendo alcuna resistenza.
L’unica resistenza, adesso, la può fare
l’Iran, mandando le sue truppe. Si creerebbe, così, questa
alleanza curiosa tra Stati Uniti e l’odiato nemico di sempre, il
pericolo numero uno, uno dei Paesi dell’asse del male: l’Iran.
Gli Stati Uniti, dunque, hanno ottenuto un bel risultato…
Ora si devono alleare con l’Iran, ma non è detto che ce la
facciano a respingere l’Isis, perché questi sono infinitamente
più motivati e poi, ripeto, stiamo parlando di una
internazionale del radicalismo. Ci sono più o meno tutti. Manca
la Turchia. La Turchia sta quieta e cauta, perché in questa
avanzata l’Isis ha lasciato perdere i curdi dell'estremo
nord-est iracheno, con cui non hanno contrasto, e infatti
avanzano verso Baghdad, verso il centro-sud dell’Iraq.
E la Turchia ha una enorme paura
(da sempre) che i Curdi iracheni possano unirsi in una
guerriglia con i curdi turchi, che sono 12 milioni di persone. E
se si scatenano i curdi turchi la Turchia è fottuta. Per
questo motivo gli americani per tanto tempo hanno massacrato i
curdi, per interposta persona (Saddam Hussein). Proprio per
impedire che l’indipendentismo curdo si espandesse anche in
Turchia. C’è da tenere presente che i Curdi sono gli unici,
veri, che avrebbero diritto a avere uno Stato, perché tutta
quella zona lì si chiama
Kurdistan (c’è dentro Iraq, Turchia, Azerbaijan,Armenia,Siria,
Iran).
Il fatto, ripeto, è che l’Isis non
incontra una resistenza da parte del esercito regolare, quello
di al-Maliki. Perché i soldati non vogliono combattere e quando
succede questo è l’inizio della fine. Un po’ come la Rivoluzione
d’ottobre, dove lo Zar continuava a mandare eserciti contro i
rivoluzionari, che erano 4 gatti, e gli eserciti si
liquefacevano durante il percorso. E’ quello che sta accadendo.
Non c’è un vero esercito che difende, in questo momento, l’Iraq
creato dagli americani, l’Iraq di al-Maliki.
Gli americani spostano navi, spostano droni, ma questa gente tu
la puoi fermare solo con battaglie di terra e gli americani non
sono in grado di fare battaglie di terra, perché non hanno le
palle per fare le battaglie di terra. Possono essere
equipaggiati come vogliono. Ecco perché è
necessario un intervento iraniano, perché loro a fare la guerra
come si deve sono abituati, l’hanno fatta per 10 anni contro
Saddam Hussein. Pensare di poter fare la guerra solo con i droni
e con l’intelligence o con gli aerei, non è pensabile in una
situazione di questo genere. E poi gli americani non
possono permettersi altri morti dopo l’impressionante numero di
vittime in Afganistan (anche se i numeri occultati).
Tutto, insomma, dipenderà dallo scontro, da chi vincerà lo
scontro tra Isis e Iran. L’Iran è un Paese molto strutturato,
però non è una brigata internazionale, quindi difficilmente
controllabile e non facilmente battibile. E poi continua ad
appropriarsi delle armi che altri lasciano, quindi continua a
rafforzarsi.
Bisognerebbe chiedersi perché si è arrivati a questa situazione.
L’Iraq è un paese creato cervelloticamente dagli inglesi nel
1930, che hanno messo insieme queste tre comunità che non
c’entravano niente l’una con l’altra, e solo un dittatore feroce
poteva tenerle insieme, cioè Saddam Hussein. Lungi da me
difendere Saddamh, ma avere eliminato lui ha creato prima la
guerra civile tra Sunniti e Sciiti, e oggi questa (che è
assolutamente nuova) di queste brigate internazionali che
qualcuno definirebbe del terrore. Sono radicalisti islamici che
hanno le palle piene dell’occidente, oltre che degli Sciiti,
perché sono Sunniti.
La mia idea è sempre stata che la guerra ha una sua ecologia, se
vai a metterci il dito crei sempre sconquassi peggiori di quelli
che volevi evitare. Certe situazioni hanno un loro senso, penso
alla Libia, tu hai ucciso Gheddafi, con cui avevi fornicato fino
al giorno prima e la Libia oggi è una terra totalmente
ingovernata e ingovernabile, che diventa un pericolo per i
francesi e per gli occidentali in generale, che l’hanno
aggredita.