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Leggi fatte e mai attuate, mancano 242 decreti Dal Jobs act
alle Province e fino agli 80 euro. Misure cardine dell’esecutivo ancora
incomplete
"Meglio premio di lista che di coalizione" "Dobbiamo avere gli strumenti elettorali per
affermarci", dice il premier. "Spero che da noi ci sia spazio per
Migliore (ex Sel) e per quella parte di Sc che vuole stare a
sinistra". Nei sotterranei di Arcore si consuma la fine di Forza
Italonia: riesumata nell'ottobre 2013 nel tentativo maldestro di
far cadere il governicchio Burletta, ve lo ricordate, ora diventa
merce di scambio preziosa per avere sostegno dall'Ebetino di
Firenze nella prossima guerra contro Sky, che vuole diventare in
chiaro, e contro Neftlix, il gigantesco contenitore popolare di
cinema via internet. C’è già chi la chiama “dolce
morte”. Pure nella cerchia ristretta di Silvio Berlusconi, dalle
parti di Arcore. Tutto dice che il Cavaliere ha scelto di
“chiudere” – politicamente – Forza Italia. Per tutelare l’Impero
economico. L’eutanasia come strategia. L’apoteosi del conflitto di
interessi all’epoca del Nazareno. A Matteo Renzi vanno i benefici
politici, in termini di consenso (a scapito di Forza Italia). A
Berlusconi le garanzie sull’Impero, in vista della delicata
successione verso i figli, di primo e di secondo letto. Fa il boom degli
ascolti, la dolce morte.
Matteo Renzi che a Domenica live prende per mano
Barbara D’Urso al 15 per cento e la porta in orbita fino al 23,
mentre illustra una manovra che prosciuga l’elettorato di Forza
Italia:
sgravi fiscali, Irap, miele per le imprese. Renzi toglie
ossigeno ed elettori al Cavaliere, e la fidata dipendente di
Berlusconi ricambia con un’intervista che al confronto fa apparire
Vespa un sovversivo. “Bonus bebè” e "diamoci del tu", anzi diamoci
pure un bacio via selfie. Le labbra rosse di Barbara, che
manda un kiss sono l’ennesimo bacio dei telegionalisti
berlusconiani. A modo loro, pure Paolo Del Debbio a Quinta
Colonna e il vicedirettore del Giornale Nicola
Porro, conduttore di Virus, hanno baciato Matteo. E
dunque, sussurrano dentro la cerchia ristretta del Cav, chiedendo
l’anonimato: “E’ chiaro che Berlusconi sta assecondando lo
sfondamento al centro di Renzi sul suo elettorato. È uno
sfondamento consenziente. Sarebbe stato impensabile vedere Prodi o
D'Alema nel salotto della D'Urso in questo modo”. Già, sfondamento
consenziente. Perché l’ex premier fa finta di attaccare il
governo, giusto qualche dichiarazione di circostanza. La verità è
tutto il suo mondo si è posizionato sulla linea “Forza Renzi”,
parafrasando il titolo del Giornale di Sandro Sallusti di
qualche tempo fa. È un cambio di schema di gioco
quello che ha in mente Silvio Berlusconi. Radicale. Per questo
Mediaset è a servizio di Renzi, compresi quei tg che ai tempi di
Monti avevano un pezzo al giorno sui suicidi degli imprenditori. E
per questo Forza Italia non fa opposizione. Proprio
l’ultimo sondaggio anticipato dall’HuffPost fotografa
il movimento elettorale in atto.
Forza Italia è al 14 per cento con tendenza a scendere e i
suoi voti sono in libera uscita verso due direzioni. Al centro
verso Renzi. A destra verso la Lega lepenista di Salvini. I
sondaggi indicano cioè che “Forza Italia sta morendo”. E non pare
che l’ex premier sia particolarmente sconvolto. Anzi, per
Berlusconi il futuro di Forza Italia, in questo momento, non è la
priorità. Anzi, è la variabile meno importante inserita in un
quadro più ampio. Perché è epocale la fase che si vive ad Arcore. E il quadro più ampio è
rappresentato dall’Impero, che non gode più della salute di una
volta. Fininvest è in rosso, Mediaset in passivo e alle prese con
un difficile mercato pubblicitario, Forza Italia travolta dai
debiti a garanzia dei quali, presso le banche, c’è solo il nome di
Silvio Berlusconi. A ciò va aggiunta la tegola di Bankitalia che
obbliga Fininvest a vendere in Mediolanum le quote che superano il
9,9 per cento. Insomma l’Impero è in sofferenza. Ed è ancora tutta
da giocare la partita per conferire Mediaset Premium a Telecom in
cambio di una quota nel gruppo delle telecomunicazioni. Anzi, la
partita pare essersi messa male davvero, stando agli spifferi di
ambienti informati. Mentre c’è da resistere all’offensiva di
Murdoch. Come ha scritto Claudio Tito su Repubblica,
la pax televisiva sta per saltare, anche con “il possibile
trasferimento in chiaro di Sky”. Una partita, questa, che già
turba i sonni di Fedele Confalonieri. E su cui Berlusconi si
attende un atteggiamento non ostile del governo: “Renzi – va
dicendo – deve difenderci”. Eccolo, il cambio di schema. In
questo quadro la politica, per Berlusconi, è solo un arnese per
dare ossigeno all’impresa. Nulla di più. Chi ha provato a
intavolare discussioni strategiche sul futuro del partito, riporta
così il mood che si respira ad Arcore: “Di Forza Italia e della
politica non gliene importa più nulla, anzi su molti argomenti
prova quasi fastidio”. Per questo Berlusconi sta accarezzando
anche un’altra mossa per portare Forza Italia alla dolce morte.
Ovvero dare a Renzi quel che chiede in termini di legge
elettorale, dicendo sì al premio di lista e non di coalizione. È
praticamente un modo per offrirgli la “sconfitta sicura di Forza
Italia”, che arriverebbe terza (dopo Pd e Grillo) con una
pattuglia di parlamentari. Poco male, perché comunque renderebbe
permanente lo schema di questi mesi di appoggio esterno a Renzi,
sempre con l’obiettivo di ottenere dal governo misure che tutelino
l’impero e la sua eredità, dando ai figli aziende meno sofferenti.
Ora, il Cavaliere è uomo fin troppo pragmatico ed è consapevole
che ricostruire una coalizione di centrodestra è fatica improba:
la Lega sta su posizioni lepeniste, la Meloni pure, Alfano è al
due per cento su posizioni ultramoderate. Ci vorrebbe tempo,
fatica, e sopratutto bisognerebbe fare opposizione a un governo
che non gli è affatto ostile. E ammesso che ci si riesca,
Renzi resta più forte, è difficile che il centrodestra possa
tornare al governo e Berlusconi è incandidabile. Allora è assai
più realistico sacrificare l’eredità politica all’eredità
dell’Impero. Raccontano fonti alte che la sintesi del ragionamento
di Berlusconi è questa: “Quando si voterà, o arriva secondo o
terzo, è lo stesso. L’importante è che porta in Parlamento 80-90
deputati, fedelissimi, gente che obbedisce e spinge i bottoni
senza fiatare, mica come Fitto e tutti questi vecchi
professionisti della politica. Li piazza lì e fa come adesso, va
in soccorso a Renzi e tratta sui dossier che gli interessano”.
Già, come adesso, senza Alfano, Meloni, Salvini. Con Renzi.
Forever. |
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